venerdì 6 febbraio 2015

MIELE, LIMONE E ACQUA ... E IL MAL DI GOLA E' PASSATO!

Eccovi altri due semplici rimedi per il mal di gola.
Questi rimedi vanno utilizzati appena iniziate a sentire il mal di gola, ai primi sintomi di raucedine e dolore, così funzioneranno meglio.
Il primo rimedio è MIELE E LIMONE.
Dovete semplicemente prendere un cucchiaio, mettere un po' di miele sulla punta (all'incirca la quantità corrispondente a un cucchiaino), e riempire il resto del cucchiaio con succo di limone appena spremuto. Meglio se gli ingredienti sono di origine biologica naturalmente...
A questo punto dovete ingoiare il tutto e lasciarlo scendere lentamente in gola. Potete ripetere questa operazione anche 3-4 volte in una giornata: il miele ha un effetto ammorbidente, mentre il limone è disinfettante e antibatterico... provare per credere!!!

Il secondo rimedio sono i GARGARISMI CON IL LIMONE.
Riempite mezzo bicchiere con acqua naturale e aggiungete la spremuta di mezzo limone biologico. A questo punto non vi resta che fare dei semplici gargarismi: ingoiate un po' di questo "succo", gargarizzatelo (non so se si dice così, ma mi piace!) e poi sputate il tutto. Potete ripetere questa operazione anche 3-4 volte in una giornata.

lunedì 2 febbraio 2015

RAPA E MIELE PER LA TOSSE, rimedio della nonna...

Eccomi con un nuovo rimedio naturale, sperimentato nuovamente in questi giorni con mia figlia, che aveva una tosse piuttosto secca post influenza...
E' un rimedio della "nonna", nel senso che ne ho parlato un po' in giro e più di una persona mi ha detto che sua nonna utilizzava e ancora utilizza questo metodo per sedare la tosse secca, anche se è ottimo anche per la tosse grassa.
La preparazione del rimedio è molto semplice.
Gli ingredienti sono:
- 1 rapa di medie dimensioni, meglio se biologica
- 1 o 2 cucchiai di miele, meglio se biologico

Prima di tutto è necessario scavare un "buco" nella parte superiore della rapa, sufficientemente grande per farci stare almeno un cucchiaio di miele.
Io preferisco anche pelare tutta la rapa con il pelapatate.
A questo punto si prende un cucchiaio di miele e lo si mette nel "buco" scavato nella rapa, fino a riempirlo del tutto, ma senza farlo fuoriuscire (stabilite voi la quantità adatta in base al foro che siete riuscite ad incidere nella rapa).
Appoggiare la rapa in un piatto o una ciotolina.

A questo punto basta aspettare: dopo un paio d'ore, a volte anche meno, inizia a colare fuori dalla rapa un liquido (formato da miele e succo di rapa) che si deposita sul fondo del piatto. Come rimedio per la tosse basterà bere 2-3 cucchiaini di questo liquido ogni 2-3 ore o al bisogno (ad esempio in caso di accesso di tosse secca).
Noterete che la rapa continua a produrre liquido e miele per un po', anche un paio di giorni a volte, e man mano si asciuga e si raggrinzisce.
Qui sotto vi ho messo la fotografia della rapa appena pelata e scavata, con dentro il miele, e poi la fotografia della rapa raggrinzita dopo un paio di giorni.
Buon rimedio della "nonna" e a presto, ciao!!!
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giovedì 22 gennaio 2015

I FERMENTATI... QUESTA MERAVIGLIA, NUOVA SCOPERTA DEL 2015



Buongiorno a tutti e buon anno!
E' da tempo che non scrivo più su questo blog, ma uno dei buoni propositi del 2015 è quello di riprendere a scrivere e arricchire il più possibile questo blog...
E oggi vi parlo di una mia scoperta del nuovo anno, i fermentati, anche detti MICRORGANISMI EFFETTIVI.
Che cosa sono? A cosa servono? Come si preparano? Come si usano?
Cercherò di darvi alcune indicazioni di massima e vi suggerisco anche un link ad un fantastico gruppo Facebook che vi sarà utilissimo se intendete approfondire l'argomento: il GRUPPO "MICRORGANISMI EFFETTIVI FERMENTI DI VITA"
Innanzitutto ringrazio Stefania Rossini che grazie al suo blog mi ha fatto conoscere questa realtà. Come lei, anch'io ho iniziato a sperimentare, visto che tutte queste cose mi incuriosiscono molto e dopo aver letto un po' di informazioni ed essermi iscritta al gruppo su Facebook ho deciso di sperimentare questi FERMENTI DI VITA.

Per darvi un'idea di cosa sono, incollo di seguito la spiegazione che viene data da Stefano Abbruzzese, coordinatore del gruppo e persona molto disponibile, che risponde a tutti i quesiti in merito ai fermentati.

Cercherò di spiegare sinteticamente come si preparano i fermentati di PaCheng. Premetto che è solo una sintesi, quindi eventuali ulteriori particolari, usciranno in discussioni successive; per il momento mi preme che abbiate una buona base di partenza.
Il primo passo è procurarsi un contenitore. In base alla quantità di fermentati che volete produrre scegliete la grandezza del contenitore. La mia proporzione di partenza è: 3kg di frutta (o altro materiale organico, vedremo successivamente), 5 litri di acqua, 1kg di zucchero di canna grezzo (o meglio ancora miele). Per questo preparato servirà quindi un contenitore di almeno 10 litri di capacità. Se avete un contenitore da 20 litri potete raddoppiare le quantità. Se vorrete provare da un contenitore piccolo, da un litro per esempio, metterete 300g di frutta, mezzo litro d'acqua e un etto di zucchero.
Il contenitore deve essere di plastica o di vetro, tutti gli altri materiali non permettono la formazione di microrganismi benefici, deve avere una imboccatura larga e non deve essere riempito fino all'orlo.
Nei primi quattro o cinque mesi del processo di fermentazione il contenitore non dovrà essere sigillato, ma coperto in maniera non forzata, non completando fino in fondo il giro della vite per esempio, in modo che, nella prima fase della maturazione, ci sia sempre contatto con l'aria esterna.
Perchè il processo di maturazione avvenga velocemente e con successo i prodotti utilizzati devono essere il più possibile naturali e puri, quindi acqua distillata o filtrata per osmosi inversa, frutta sana, non troppo matura, possibilmente biologica e accuratamente lavata con bicarbonato di sodio, aceto naturale o,meglio ancora con microrganismi, e zucchero di canna grezzo biologico o meglio ancora miele. Anche il contenitore dovrà essere ben lavato con detergenti non aggressivi e molto ben risciacquato.
Ora siete pronti per la prima fase della preparazione di fermentati, quindi aggiungete lo zucchero all'acqua mescolando fino alla perfetta miscela e versate nel contenitore, aggiungete la frutta e chiudete senza sigillare.
Più è alta la qualità organolettica della frutta utilizzata e più i vostri fermentati saranno adatti all'uso alimentare, terapeutico e preventivo. Quindi se vorrete un preparato per la salute utilizzate frutta o verdura particolarmente ricca nei valori nutrizionali, come MELE (meglio quelle rosse), MELAGRANA, FRUTTI DI BOSCO, LIMONI, ma anche AGLIO, CAVOLFIORI.... Io che vivo in una zona tropicale ho la fortuna di usare Mangostano, Noni, Graviola, Amla, Dragon fruit e altre meraviglie di cui neanche conosco il nome in italiano, perchè, probabilmente neanche ce l'hanno un nome in italiano.
Per tutti gli altri usi, pulizia della casa, giardinaggio, pulizia personale... utilizzate qualsiasi tipo di frutta, verdura, scarti di cucina, valve.... con lo stesso procedimento sopra citato.

Se vorrete preparare fermentati destinati a solo ed esclusivo uso terapeutico, quindi usando una pianta come l'aloe arborescens per esempio, terminata la maturazione del liquido (di 4 o 5 mesi), e un'ulteriore fase di maturazione e purificazione di altri 4 o 5 mesi, sigillate ermeticamente il tappo e conservate per almeno 5 anni. Passato questo periodo i fermentati avranno decuplicato la loro potenzialità e avrete nel vostro contenitore un farmaco portentoso, molto, ma molto, più potente del prodotto fresco o degli fermentati giovani, per cui ne basteranno poche gocce per ottenere risultati evidenti.

Nelle prime settimane di maturazione è opportuno aprire il contenitore ogni due o tre giorni e spingere la frutta verso il basso, con un gesto semplice e delicato, passato il primo mese è consigliabile lasciar fermentare senza fare alcuna azione.

Passati 4-5 mesi è possibile cominciare a consumare il liquido ricco di microrganismi benefici che si è formato, se è un liquido nobile, fermentazione di frutta particolarmente nutritiva, per via orale, se invece proviene dagli scarti della cucina, almeno per qualche settimana ancora, meglio indirizzarlo a scopi meno nobili (apparentemente) come la puliza del corpo, al posto di dentifrici, saponi, shampoo, detergente piatti o lavatrice.... o come antiparassitario per animali e per piante e, come concime, diluito con acqua. Spruzzate fermentati nel composter organico e sparirà ogni tipo di puzza.
Se allevate o coltivate microrganismi benefici da frutta nobile è preferibile non mescolarla ad altra frutta, cosicchè la maturazione sia più armoniosa e omogenea; per mescolare magari dopo una lunga maturazione, almeno 5 anni, con fermentati di altra frutta con caratteristiche simili per scopi comuni. Se preparassimo fermentati di aloe arborescens, noni e graviola dopo la lunga maturazione (perfetta dopo 10 anni), mescolati, avremmo un farmaco naturale, superconcentrato, in grado di sconfiggere ogni tipo di cancro.
Non ho da fornirvi prove scientifiche, e nemmeno la medicina ufficiale le riconoscerebbe mai, ma l'esperienza centenaria degli antichi popoli della Thailandia, ma anche le sperimentazioni del ricercatore giapponese Teruo Higa, confermano risultati strabilianti, che noi dovremmo accettare come normali, perchè la malattia dovrebbe essere una rarità della vita umana.
Per il momento ho detto l'essenziale, credo che siate già ora in grado di autoprodurveli.

Potrei consigliare l'acquisto di prodotti EM@ dall'Italia, sono certamente di valore, anche se non vengono prodotti da frutta nobile, ma da parti vegetali di scarto e di fermentazione breve. Comunque efficaci per gli usi non terapeutici, suppongo.
La mia fonte è la signora Cheng, donnina Thailandese di enorme coraggio che tra mille difficoltà, processi, ostacoli governativi, gestisce una piccola TV satellitare al solo scopo di diffondere e informare. A prezzi bassi, la signora Cheng, vende anche alcuni prodotti che potrebbero insieme risolvere i problemi sanitari del mondo intero. Di recente ho acquistato bottigliette di fermentati (12 anni) per la cura di ogni problema di vista, che mia moglie sta sperimentando su di se già con buoni segnali di ripresa. Vi terrò aggiornati.
Per molti è difficile calcolare le proporzioni per preparare fermentati in base alla capacità del proprio contenitore; ecco un modo semplice. Dividete per 10 la capacità del vostro barattolo per trovare la quantità di zucchero e moltiplicate per 3 per la frutta e per 5 per l'acqua; l'ultimo decimo è lo spazio vuoto che deve restare in ogni contenitore. Se abbiamo un contenitore da 2 litri la quantità di zucchero sarà 200g, quella di frutta 600g, l'acqua 1lit. Contenitore da 5: 500g di zucchero, 1,5kg di frutta, 2,5 lit di acqua. Contenitore da 12: 1,2kg di zucchero, 3,6kg di frutta, 6 litri d'acqua e così via.
Buona fermentazione a tutti.

Ed ecco che, dopo aver letto quanto sopra, ho deciso di partire subito con i miei primi fermentati.
Ovviamente, volendo fare prima una prova, ho ridotto decisamente le dosi.
Ho acquistato frutta e miele biologici dal mio fornitore di fiducia e ho usato acqua di fonte.
Le mie proporzioni sono state le seguenti:
- 300 gr di frutta
- 500 ml di acqua
- 100 gr di miele (io ho usato il millefiori)
Come contenitore ho usato un vaso di vetro della capacità di circa 1,5 litri col coperchio (di quelli che contengono i sottaceti, tanto per capirci).

Il mio procedimento è stato il seguente:
Ho messo mezzo litro di acqua nel contenitore, poi ho aggiunto 100 gr di miele e ho mescolato bene fino al completo scioglimento del miele.
Nel frattempo ho messo a bagno 300 gr di mele in una bacinella contenente acqua e aceto e li ho lasciati per 20 minuti.
A questo punto ho tagliato le mele a pezzetti e le ho inserite nel vaso.
Ho coperto il vaso con il coperchio (essendo di metallo l'ho avvolto in un sacchetto da freezer), solo appoggiandolo sopra e poi ci ho messo sopra un tovagliolo di cotone fermato con un elastico.
Ho messo l'etichetta con la data di inizio fermentazione e il contenuto e ho segnato il livello del liquido all'inizio, così poi potrò rabboccare quando deciderò di togliere una parte di fermentato pronto.

Alla fine ho ripetuto tutto con limoni e curcuma, facendo un secondo vaso di fermentato.

Ecco le fotografie dei vasi appena pronti:

E ora, chi è curioso come me, può sperimentare e iniziare a FERMENTARE!!!
Vi terrò aggiornati con l'andamento dei miei fermentati, a presto!!!

mercoledì 19 settembre 2012

SOLUZIONE FISIOLOGICA CON SALE ROSA DELL'HIMALAYA

Oggi vi posto la ricetta per la soluzione salina fatta con il sale rosa dell'Himalaya, le cui innumerevoli proprietà potete trovare nel post precedente.


La soluzione salina ha molteplici usi: può essere utilizzata per prevenire diversi tipi di malattie, sia in uso interno che esterno, ed essere utilizzata come coadiuvante per migliorare alcuni disturbi come il raffreddore, il naso chiuso, il catarro, etc...
Noi possiamo preparare una certa dose di soluzione salina ed in tal modo averla sempre pronta all'uso, quando ne abbiamo bisogno.
Innanzitutto prendiamo un vaso di vetro o una bottiglia di vetro con la bocca larga (tipo quelle della passata di pomodoro), ben lavato e sterilizzato e lo riempiamo di pezzetti di sale rosa dell'Himalaya (è meglio usare il sale a pezzettoni grossi, oppure il sale grosso da cucina, ma se non lo avete, anche il sale fino va bene) fino a raggiungere poco meno della metà del vaso e successivamente lo riempiamo di acqua completamente.
Dovete sapere che l'acqua è satura di sale con una soluzione al 26%, quindi finchè il sale sarà depositato sul fondo del vaso vuol dire che avete a disposizione una soluzione salina al 26%.
Gli usi sono molteplici, ma principalmente il sale è utile nei problemi alle vie respiratorie e alla pelle.
I principali sono:
- inalazioni per eliminare muco e catarro
- mal di gola
- pelle secca
- raffreddore da fieno
- contusioni, distorsioni
- herpes, punture di insetto
- otite, bronchite
- problemi digestivi
- verruche e funghi
Ve ne parlerò più approfonditamente nei prossimi post.
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martedì 11 settembre 2012

SALE ROSA DELL'HIMALAYA

Visto che nei post precedenti abbiamo parlato molto di sale, ho deciso di presentare a tutti coloro che non lo conoscono ancora, l'unico sale puro, non trattato, che si può utilizzare in sostituzione del sale normale: si tratta del Sale Rosa dell'Himalaya.
Tutti utilizziamo il sale nella nostra dieta, chi più, chi meno, e sappiamo che il sale comune (raffinato), quello bianco, è estratto dal mare. Ma sappiamo come viene lavorato? L'acqua del mare viene raccolta, viene lasciata evaporare, il sale residuo viene trasportato in raffineria, lavato, depurato, spesso vengono aggiunti degli antiagglomeranti chimici per evitare che si inumidisca e quindi si indurisca.
Ma a voi va ancora di mangiare questo tipo di sale?
Io è da più di due anni che utilizzo il Sale Rosa dell'Himalaya e mi trovo benissimo, ne uso molto meno di quello normale, ha lo stesso identico sapore ed è un sale veramente ottimo. Forse il prezzo è più caro del sale normale, ma diciamocelo, quanti Kg di sale consumate in un anno? Non è di certo questo che incide sulla vostra spesa, anzi, avendo un sacco di proprietà benefiche, probabilmente risparmierete anche di medici e medicine...
Il Sale Rosa dell'Himalaya non proviene dal mare, che ormai è molto inquinato, ma dalle miniere formatesi milioni di anni fa, quando, con il formarsi delle catene montuose, alcuni tratti di mare sono rimasti intrappolati sulla terraferma. Lì l'acqua è evaporata poco a poco e ha lasciato depositato il sale.
La più grande miniera di sale sulla terra si trova alle pendici dell'Himalaya ed è proprio lì che viene prodotto questo sale pregiato, puro, ricco di moltissimi microelementi oltre al semplice cloruro di sodio.
Il Sale Rosa dell'Himalaya contiene 84 microelementi, tra cui tutti gli oligoelementi di cui il nostro organismo ha bisogno; non è un sale raffinato, quindi non viene trattato chimicamente. Viene semplicemente raccolto, selezionato, lavato per togliere polvere e residui, macinato e impacchettato.
E' quindi il sale più puro e completo della Terra ed è particolarmente adatto all'uso alimentare in quanto ha un sapore meno forte rispetto al sale marino ed è completamente assimilabile dall'intestino, e non essendo solamente cloruro di sodio, non crea problemi di ritenzione idrica.
Questo sale ha moltissimi utilizzi oltre a quello alimentare, ma di questi vi parlerò in un prossimo post.
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domenica 9 settembre 2012

MAL DI SCHIENA: IMPACCO DI SALE GROSSO

Indicazioni: dolori nella zona lombare, mancanza di energia.
Riscaldare del sale grosso (da 1/2 Kg a 1 Kg a seconda della zona da trattare) in una pentola finchè è molto caldo.
Stendere il sale su un panno di cotone e richiuderlo bene.
Quando la temperatura è sopportabile (provare all'interno del braccio), applicarlo sulla zona lombare, appoggiando il panno contenente il sale sulla parte. Prima di fasciarlo aspettare un attimo perchè potrebbe essere ancora caldo e in tal caso bisogna rimuoverlo e attendere che si raffreddi ancora un po'.
Una volta appoggiato sulla schiena, avvolgerlo con una fasciatura o una fascia elastica per tenerlo fermo e avvolgerlo con un panno di lana (va benissimo anche una sciarpa).
Tenere in posizione finchè il sale si è raffreddato.
Questo impacco si può ripetere anche tutti i giorni.
Una volta utilizzato, il sale va gettato.
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DIETA E RIMEDI NATURALI PER L'ACETONE

L'acetone si sviluppa nei bambini a causa di una insufficiente metabolizzazione dei grassi ed è causato da un eccesso di grassi e proteine assunti in carenza di zuccheri oppure da una debolezza temporanea dell'organismo.
L'alito del bambino ha un odore acre, molto simile a quello dell'acetone per le unghie. Per testare il livello acetonemico si usano gli stick per le urine.
Ma in caso di acetone, come ci dobbiamo comportare?
E' importante ridurre in generale l'alimentazione, sospendere totalmente i grassi per 24 ore (soprattutto latte, latticini e carne), aumentare gli zuccheri nella dieta dando da bere al bambino bevande dolcificate con il miele e frutta sia fresca che secca perchè gli zuccheri aiutano l'organismo a bruciare i grassi.
Nel giro di 24-48 ore l'attacco acetonemico dovrebbe essere passato e si può riprendere con moderazione la dieta normale.
Nei casi più disperati si può dare da bere al bambino un goccio di Coca Cola (1 dito nel bicchiere). L'altissimo grado zuccherino della Coca Cola, per altri versi deleterio per la salute del bambino, in questi casi può essere una cura di emergenza efficace.
Benessere e Salute del Bambino Benessere e Salute del Bambino

Melania Mannoni

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